Prendo lo spunto da un post sul forum di joomla.it per qualche riflessione (un po’ amara) sul software libero nel Bel Paese.
Per quanto riguarda il “tempo perso”, quello sicuramente non manca
Ma a dire il vero di software libero cerco anche di camparci , purtroppo con Joomla! in Italia non ci riesco granché.
Mi viene meglio in altri settori (GIS) e per fortuna le cose cambiano drasticamente quando varco le frontiere, all’estero esiste una maggiore sensibilità per chi lavora nel software libero: chi ne fa uso ha capito molto bene che gli conviene supportare economicamente gli sviluppatori.
Faccio un esempio banale (ma purtroppo vero) di come si possa danneggiare chi lavora per il software libero e tutta la comunità. Qualche anno fa una pubblica amministrazione italiana decide di fare il sito in Joomla! FAP, e cosa fa? Si rivolge ad una nota web agency della sua regione e le commissiona il lavoro.
Questa web agency faticosamente produce un sito mediocre e pieno di errori di validazione e durante la lavorazione chiede assistenza direttamente al sottoscritto (anche via skype!), rompe le scatole sui forum ecc. ecc. e non gli passa per l’anticamera del cervello di donare un singolo euro o contribuire una singola riga di codice al progetto.
Il risultato di questo sperpero di soldi pubblici e di energie della comunità è un danno diretto per tutti:
per Joomla! FAP che ci fa una magra figura
per la pubblica amministrazione che ha un sito mediocre
per tutti gli utenti di Joomla! FAP in quanto chi sviluppa Joomla! FAP è stato penalizzato e chi ne ha usufruito senza contribuire è stato premiato
per me che ho perso tempo e non ho guadagnato nulla
Il peggio è che se una ditta utilizza software libero senza contribuire ha un vantaggio competitivo nei confronti di una che contribuisce in quanto non sostiene alcuna spesa (diretta o indiretta) per contribuire al suo sviluppo.
A questo punto dovrebbe essere chiaro che le motivazioni che mi spingono a portare avanti il progetto non sono quelle economiche (se no farei altro: garantito), però, a meno di non poter vivere di rendita, è ovvio che chi lavora per il software libero da qualche parte i soldi li deve prendere, altrimenti prima o poi è costretto a lasciar perdere.
Queste considerazioni (per chi ha avuto pazienza di leggere il mio sfogo fino a questo punto) dovrebbero far riflettere chi utilizza Joomla! (FAP e non FAP) e software libero in generale, sia esso Linux, Firefox, LibreOffice ecc. ecc., tutti possono contribuire in qualche modo, anche economicamente, con donazioni o contratti di assistenza, sviluppo e manutenzione, ma sempre stando ben attenti a prediligere chi il software libero lo produce davvero e non chi ne usufruisce soltanto senza ritornare nulla alla comunità.
Condivido e sottoscrivo. Il brutto della cosa è proprio che non è l’utente finale che usa senza contribuire ma il sedicente webmaster che la vende insieme al sito.
Io se fossi in te mettrei un logo da 400×400 obbligatorio a meno di non versare un contributo, vedi che la piantano.
grazie del commento,
purtroppo siamo nel paese dei “furbetti” quindi il logo 400×400 non farebbero altro che toglierlo e basta. E io mi tengo lontano dagli avvocati.
Invece ho fatto così: ho prodotto una serie di template a pagamento che hanno ovviamente alcune cosette in più a livello puramente estetico e di personalizzazione mantenendo le stesse identiche caratteristiche per quanto riguarda l’accessibilità.
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Maurizio
Condivido e sottoscrivo. Il brutto della cosa è proprio che non è l’utente finale che usa senza contribuire ma il sedicente webmaster che la vende insieme al sito.
Io se fossi in te mettrei un logo da 400×400 obbligatorio a meno di non versare un contributo, vedi che la piantano.
Alessandro Pasotti
@Maurizio
grazie del commento,
purtroppo siamo nel paese dei “furbetti” quindi il logo 400×400 non farebbero altro che toglierlo e basta. E io mi tengo lontano dagli avvocati.
Invece ho fatto così: ho prodotto una serie di template a pagamento che hanno ovviamente alcune cosette in più a livello puramente estetico e di personalizzazione mantenendo le stesse identiche caratteristiche per quanto riguarda l’accessibilità.
Vediamo se funziona…