L’associazione software libero (assoli) ha pubblicato una analisi approfondita dell’accordo esistente che riguarda il centro di ricerca Microsoft di Povo (TN), aperto in pompa magna e con grande visibilità sulla stampa qualche anno fa. L’analisi evidenzia come a fronte di una partecipazione finanziaria irrisoria da parte di Microsoft (la stragrande parte dei finanziamenti proviene infatti dal Governo Italiano tramite i suoi ministeri o dalla Provincia di Trento), i risultati delle ricerche svolte sono rilasciati con licenze tipiche del software proprietario. È quindi difficile da spiegare come una multinazionale straniera più volte sanzionata dall’Unione Europea per problemi di antitrust possa aprire un centro di ricerca in Italia, finanziato da parte di enti pubblici italiani, e produrre risultati che non sono resi disponibili al pubblico se non dietro accettazione di una licenza proprietaria (oltretutto disponibile unicamente in lingua inglese). L’articolo prende anche in considerazione un altro fatto grave: le attività europee (comprese quelle in Italia) di Microsoft sono concentrate tramite una società irlandese (e fin qui niente di male, è noto come l’imposizione fiscale in Irlanda sia più favorevole della nostra) , ne segue che i finanziamenti da parte dello stato italiano vanno in questo caso a incrementare gli utili di una società che concentra i propri profitti al di fuori del nostro paese incidendo negativamente sulla nostra bilancia commerciale con grave danno all’erario. L’articolo completo è consultabile qui.